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Il Festival in una notte d’estate di Lunaria Teatro non tradisce la sua anima proponendo la lettura scenica di un classico quale Il conte dimezzato di Italo Calvino e la collaborazione con il Teatro Libero di Palermo. La rilettura del famoso romanzo breve di Calvino è interessante e si orienta, per quanto possibile, a generazioni giovani. La scenografia è assente e lo spettacolo parte nel momento stesso nel quale viene presentato, con Nicola Prestigiacomo che gioca con un pallone sul sagrato della chiesa di San Matteo, palco dello spettacolo. La presenza dei tre giovani attori, narratori, voci e corpi dei numerosi personaggi del romanzo, è l’idea vincente dello spettacolo. I tre attori fanno scivolare le loro parole nella narrazione della vicenda in modo efficace e piacevole. Nicolò Prestigiacomo, Silvia Scuderi e Giuseppe Vignieri si alternano danno vita in scena ad uno spettacolo sapientemente giocato su diversi registri, senza tralasciare il messaggio sotteso alla narrazione. I diversi personaggi sono divertenti e diretti, quasi marionette impersonate che si muovono su di un teatrino ingrandito, e sono resi in maniera molto convincente. Il visconte Medardo di Terralba, Pamela, Trelawney Pietrochiodo e tutti gli altri personaggi sono ben resi con costumi, timbri vocali e posture diverse che li caratterizzano immediatamente agli occhi del pubblico e rendono lo spettacolo molto ben fruibile. Una vena filosofica e psicologica è fedelmente e coerentemente rappresentata, cosa che pone nel corso dello spettacolo brevi momenti di pausa riflessiva, ma sempre misurate dalla buona regia di Luca Mazzone. Sulle note di Futura di Lucio Dalla termina uno spettacolo interessante e indirizzato alla trasposizione scenica di uno dei capisaldi della letteratura italiana, sospeso tra la visione filosofica delle diverse nature umane e la volontà di rendere più comprensibile un testo non di immediata fruibilità. Il visconte dimezzato del Teatro Libero di Palermo riesce nel suo intento senza caricarne all’eccesso la parte riflessiva e prediligendo una resa caricaturale, ma mai dissacrante, dei personaggi che animano la vicenda. Sapiente la regia e bravi i tre attori in scena, impegnati in continui cambi di costume e di personaggio interpretato. La resa complessiva de Il visconte dimezzato è piacevole e appassiona nel momento nel cui una espressione culturale come quella teatrale si avvicina e si rende conoscibile ad un pubblico vasto e appartenente a nuove generazioni.

Gabriele Benelli